2011 - Spagna e Portogallo
Percorso di massima
Dati salienti
Km percorsi: 4.450 km circa
Durata e periodo: 18 giorni, dal 14 al 31 agosto 2011
Nazioni attraversate: Spagna, Portogallo
I luoghi più belli: in Spagna -> Barcellona, Valencia, Salamanca, Deserto di Tabernas, Segovia; in Portogallo -> Cabo de São Vicente, Lisbona, isole Azzorre (Terceira)
Stato delle strade: in Spagna quasi sempre in buonissimo stato. In Portogallo mediamente in buono stato, a volte qualche strada statale un po' malmessa ma nulla di tremendo.
Note e curiosità: il 2011 è stato il primo viaggio lungo di coppia per Francesco e Roberta. Partiti come compagni di viaggio, tornati come qualcosa in più!
Francesco non era nuovo ai viaggi in moto; per Roberta, invece, è stata una piacevole sfida.
Francesco è partito solo da Civitavecchia, imbarcandosi per Barcellona. Un paio di giorni in solitaria in direzione ovest e poi, a Granada, l'arrivo di Roberta in aereo: il tempo di infilare il casco e partire insieme per il primo e forse più bel viaggio mai fatto insieme in moto!
L'itinerario è stato scelto con due precisi scopi: 1) per Roberta, tornare a Lisbona, città del suo Erasmus (un anno, come una vita intera); 2) per entrambi, la possibilità di volare da Lisbona alle isole Azzorre per qualche giorno di relax e stacco totale con il mondo terreno (essendo un posto che ci sembra si avvicini al Paradiso come noi lo intendiamo).
In questo primo lungo viaggio in coppia non ci siamo fatti mancare imprevisti meccanici e infortuni fisici: una vera, piccola avventura che vale la pena di essere raccontata!
Consumo e costi carburante: abbiamo consumato circa 207 lt. di benzina, spendendo complessivamente 308 €, percorrendo in media 21,50 km/lt.
Riassunto del viaggio e tappe
1°-2° giorno - domenica 14-lunedì 15 agosto: parto da solo, da Roma, Roberta mi raggiungerà qualche giorno dopo, in aereo. La traversata in traghetto da Civitavecchia a Barcellona mi proietta subito nel vivo del viaggio. Riposo poco e male sulle poltrone della nave ma non ha importanza; sbarco a Barcellona e, per la seconda volta, visito questa città multiforme, un mix di moderno ed antico. Scorrazzo rapidissimamente tra il Barrio Gótico, la Rambla, la Sagrada Família, Parc Güell, Barceloneta. Già la mattina dopo andrò via, ripromettendomi di far di nuovo un giro qui quanto prima.
3°-4° giorno - martedì 16-mercoledì 17 agosto: lascio la capitale catalana e comincio a salire sulle colline, per poi puntare verso ovest, direzione Valencia. I prossimi giorni seguirò/seguiremo l'itinerario 2 (da Barcellona a Gibilterra) della guida "Europa in moto", una garanzia di belle strade!
Caldo già dalle prime ore ma strade ben tenute e sinuose, divertimento assicurato. Mi perdo 50 volte ma la cosa mi piace, come sempre. Paesini sperduti e paesaggi pericolosamente oscillanti tra boschi e terreno desertico. Una bella sgroppata mi porta a Valencia in serata, dove alloggio all'hotel Ibis, visto che non son riuscito a trovare l'ostello che avevo adocchiato sul pc il giorno prima.
Il mercoledì mi concedo la mattinata per una rapida visita della città, a piedi il più possibile. Scopro il bel centro e poi mi tuffo nella modernità della Città delle Arti e delle Scienze.
E' già tempo di ripartire; il percorso della guida mi porta verso Albacete (senza arrivarci), Murcia (senza arrivarci), Almeria (senza arrivarci)... detto così sembro quasi scemo ma fa parte dell'itinerario poco turistico, che esclude le città e che è bellissimo. Da segnalare il passaggio nel deserto di Tabernas, una delle zone più siccitose d'Europa e dove sono stati girati molti "spaghetti-wester" di Sergio Leone.
La sera arrivo in uno solitario paesino sul mare, Villaricos, trovando una pensioncina in riva al mare a 35 euro compresa la colazione!
5°-6° giorno - giovedì 18-venerdì 19 agosto: Sierra Nevada con le sue vette oltre i 3.000 mt, a zonzo tutto il giorno, arrivo nell'andalusa Granada, questo l'itinerario del giovedì. Sole cocente che non abbandona mai, strade scorrevoli e prive di traffico, bei paesaggi e il sud della Spagna che scorre sotto le ruote. Per mancanza di tempo non riesco a godermi veramente Granada ma ne intuisco i colori, i sapori e la sua essenza in un giro a piedi serale dopo una buona cena all'aperto.
La mattina del 19 è per me e Roberta una data storica: lei arriva all'aeroporto di Granada per unirsi al viaggio. Saranno i primi di decine di migliaia di km insieme su due ruote! La ricorderemo come una giornata terribilmente ventosa, che ci ha portato a visitare Siviglia con 40° all'ombra, Ronda con il suo celebre ponte sul crepaccio (davvero suggestivo), fino a lambire lo stretto di Gibilterra, passando per l'affollata (e brutta, a nostro avviso) Tarifa, meta dei surfisti di mezza Europa. Qui, non trovando un alloggio, stanchi ma con la necessità di un riparo per la notte, sfidiamo il vento e percorriamo un'ultima mezz'ora di strada, rischiando anche di andare fuori strada per una improvvisa folata. Ci si para dinanzi a noi come un miraggio il famigerato (per noi!) El Valenciano, bettola di quart'ordine in cui passeremo la notte più per disperazione che per convinzione. Pensare che, la mattina dopo, fatti 5 km, ci si para dinanzi un paese carino e pieno di alloggi di gran lunga migliori... ma che importa, arrangiarsi è anche il bello dei viaggi!
7°-8° giorno - sabato 20-domenica 21 agosto: si saluta la Spagna del sud per entrare in quello che è il vero cuore del viaggio, il Portogallo. Una rapida foto al confine, passando un ponte di quelli "tecnologici" e ci accoglie la raccolta e marinaresca Faro, cittadina che vale la pena di visitare.
Le regioni dell'Algarve e più su dell'Alentejo sono un'autentica folgorazione: colline dolci e vigneti, strade perfette e colori vividi, clima piacevole dopo il rovente dell'Andalusia. Guidiamo in scioltezza e ci godiamo decine e centinaia di km come poche volte nella vita, ripromettendoci di tornarci il prima possibile. Il percorso da Lagos a Lisbona ci fa godere anche l'Oceano Atlantico (per me è la prima volta che lo vedo), compreso il fantastico Cabo de São Vicente.
Roberta è felice, ritrova la sua "seconda nazione": con il suo portoghese perfetto, iniziamo a entrare in simbiosi con la gente, a farci consigliare posti da vedere e dove mangiare.
Il 21 sera arriviamo a Lisbona, attraversando i 17 km del ponte Vasco da Gama alle 10 di sera e dirigendoci subito all'ostello che sarà la nostra casa per qualche giorno. Subito una sontuosa cena ci accoglie e capisco che in questo paese si mangia da Dio spendendo poco!
9°-10° giorno - lunedì 22-martedì 23 agosto: un giorno che ricorderemo per tutta la vita, sicuramente! Usciti a piedi per esplorare Lisbona, quasi subito cado a piedi come un pirla, battendo l'anca. Se lì per lì non sembra un granchè, con il passare delle ore il dolore si fa acuto e mi trascinerò per tutto il giorno, lento e lamentoso, per i saliscendi lisboeti. Roberta prova a tirarmi su sfoggiando conoscenza della città, della lingua e facendomi conoscere molti suoi amici (portoghesi ma non solo, felice lascito del suo Erasmus).
La sera, stanco e abbacchiato per il dolore, tento di parcheggiare meglio la moto perchè il giorno dopo avremmo preso un aereo per le isole Azzorre (e ci saremmo rimasti qualche giorno). Ciliegina sulla torta di una giornata terribilmente sfortunata? La moto non parte! Si tratta di un banale problema al pulsante di accensione che comunque ci lascia appiedati.
Rientrati in ostello, all'una di notte siamo in stanza a lagnarci della sfiga cosmica che ci ha colpito: caduta e avaria alla moto. Azzoppato e preoccupati su come aggiustare la moto, decidiamo di non darci per vinti e, l'indomani, di partire ugualmente alla volta delle Azzorre. Al rientro, una soluzione la troveremo... forse!
Martedì mattina siamo in aeroporto. Ennesima vicissitudine: il biglietto aereo riportava la partenza giusta, ma il ritorno sbagliato di un mese! Così paghiamo salato per il cambio e, sperando che sia l'ultima di una serie di iatture, ce ne voliamo in mezzo all'Atlantico.
Arrivati sull'isola di Terceira, nostra casa per qualche giorno, Roberta mi costringe ad andare al pronto soccorso: in effetti non riesco quasi più a camminare e mi è salita una febbre dovuta allo sforzo e allo stress. Qui, dopo 4 ore di attesa (con amabili vecchietti che non battono ciglio nell'aspettare a lungo per essere visitati... e cosa hanno da fare su questo angolo di mondo se non vivere con lentezza la vita?!), vengo visitato da una stupita dottoressa che, saputo del nostro viaggio in moto, prova a prescrivermi un bel po' di farmaci per rimettermi in piedi.
Arriviamo in hotel e nel primo pomeriggio crollo a letto. Mi rialzerò oltre 16 ore dopo, l'indomani mattina, ritemprato anche se ancora dolorante.
11°-13° giorno - mercoledì 24-venerdì 26 agosto: la cittadina di Praia da Vitória ci dà il suo buongiorno con un abbondante colazione nel piccolo albergo gestito da due coniugi simpaticissimi e premurosi (hotel Espirito Santo, straconsigliato). La giornata parte alla grande: sole, clima mite, oceano dai colori vividi ai nostri piedi. Sto meglio anche se non cammino benissimo: la dormita più lunga della mia vita mi ha rimesso al mondo più di quanto sperassi.
E allora si parte, affittiamo una macchina e via, a visitare l'isola! Due cose vogliamo sottolineare:
1) le isole Azzorre sono quanto di più simile al Paradiso in Terra secondo i nostri ideali; natura incontaminata, clima fisso sui 25°, distanza di migliaia di km dalla prima grande, inquinata città;
2) la popolazione è semplicemente squisita, si fa in quattro per aiutarci, è cordiale e disponibile come mai visto da altre parti.
Porteremo nel cuore questo angolo di mondo, a tal punto da riprometterci di passare la nostra vecchiaia qui, un giorno, acquistando una di qulle piccole casine colorate con vista sull'oceano...
Tornando alla giornata, visitiamo diversi angoli di Terceira, scoprendo la diversità di quest'isola che ti offre una montagna da 1.000 mt ed il mare tutto intorno in qualcosa come 7-8 km.
Il pomeriggio del 24 agosto assistiamo ad una corsa di tori (o "tourada") per le strade di Fonte do Bastardo, uno dei tanti paeselli dell'isola. Trovata per caso, questa manifestazione funziona così: parcheggi e trovi un posto su una terrazza, un balcone o un giardino di una casa privata (e tutti ti fanno la corte perchè tu entri a casa loro, offrendoti cibo e bevande, oltre che una bella chiacchierata); suona una sirena e di lì a qualche minuti i tori vengono liberati per le strade. Dei baldi giovani li sfidano, scappando dalle bestie ma non facendogli del male. Una tradizione incruenta che celebra i tori ed il coraggio degli isolani. Bellissimo pomeriggio, uno di quelli che non dimenticherai mai.
Il 25 agosto è il compleanno di Roberta e ce lo passiamo a zonzo sull'isola, visitando le caldere vulcaniche disseminate sull'isola, facendoci viziare dai cibi squisiti (ed economici!) dei localini dell'isola, visitando l'unica vera città dell'isola, Angra do Heroísmo.
Anche il 26 vola via veloce, visitando l'interno di una grotta vulcanica piena di stalattiti, bolle di gas e natura rigogliosa tutto intorno. Piove e ci bagnamo ma ciò non ferma il nostro entusiasmo che ormai è viscerale per le Azzorre (e per le sue vacche al pascolo, onnipresenti!). In serata assistiamo ad una gara di rally in città, sempre a Praia. Chiudiamo l'ultimo giorno a Terceira con una squisita cenetta.
14°-15° giorno - sabato 27-domenica 28 agosto: rientrati a Lisbona, parte la missione (quasi) impossibile di aggiustare la moto di sabato ed essere di lì a 3 giorni a Barcellona, dove la nave per il rientro in Italia è già prenotata da tempo. In condizioni normali non ci saremmo preoccupati molto ma, visto che la moto non parte... provo a smanettare sul pulsantino di accensione, purtroppo senza risultati; intanto è già primo pomeriggio e decidiamo di farci aiutare dal proprietario dell'ostello di Lisbona a trovare una officina Suzuki che potesse ripararci il guasto. Ovviamente, essendo sabato pomeriggio, molte sono chiuse e l'unica aperta è dall'altra parte della città. Il buon cuore del tizio dell'ostello, motociclista cinquantenne con una Honda Paneuropean degli anni '90, fa sì che ci guidi lui, scortandoci per chilometri fino all'officina. Nel tragitto, non mancherò di far spegnere la moto ad un semaforo e Roberta dovrà spingere per farla ripartire, il tutto in mezzo ad una tangenziale a 6 corsie!
Arrivati all'officina, io sono diffidente perchè sembrano antipatici. Per l'ennesima volta, però, dovrò ricredermi: riparano il tutto in breve e gratuitamente! Alle 5 del pomeriggio di sabato 27 io mi sento in forma, la moto è riparata ed il morale è alle stelle! A discapito delle molte centinaia di km che ci separano da Barcellona, decidiamo di concederci una serata piena a Lisbona, incontrando amici di Roberta e godendoci finalmente qualche ora di questa magnifica capitale portoghese.
Il 28 si riparte, puntiando la Serra da Estrela con i suoi oltre 2.300 mt e curve mozzafiato. Sconfiniamo in Spagna, decidendo di tagliarla più o meno centralmente per non ripercorrere le strade dell'andata. Arriviamo a Salamanca dopo 500 km belli tirati ma anche piacevoli. Questa città ci rapisce e trascorriamo una piacevolissima serata tra le sue stradine ed i suoi grandi edifici illuminati nella notte.
16°-18° giorno - lunedì 29-mercoledì 31 agosto: voliamo a gas spalancato sui grandi rettilinei della Spagna centrale, affiancati da distese di grano maturo. E' molto suggestivo e piacevole, se solo non fosserò le ultime ore del viaggio.
Facciamo tappa ad Avila, cittadina fortificata cinta da imponenti ed intatte mura e torri, uno spettacolo! Proseguiamo raggiungendo Segovia, ennesimo luogo patrimonio dell'Unesco che ci affascina e ci riempie gli occhi. Ma siamo di corsa perchè domani dovremo essere all'imbarco e abbiamo poco tempo da dedicare a questi luoghi, sfortunatamente... Arriviamo in serata a Saragozza, città che ci lascia piuttosto indifferenti.
Martedì 30 è l'ultimo giorno on the road, da Saragozza a Barcellona. Tra strade curvose, ci concediamo l'ultima chicca alle porte della capitale catalana: il Montserrat, piccola catena di montagne aguzze con strade che sembrano fatte proprio per essere percorse in moto.
Alle 17.00 Roberta ha il volo di rientro in Italia dall'aeroporto di Barcellona; io, rimasto da solo, passo qualche ora in solitudine al porto della città, rimuginando su quanto bella, varia e sorprendente sia stata questa avventura su due ruote, la nostra prima insieme.
Alle 22 prendo il traghetto che mi riporterà a Civitavecchia l'indomani, tornando al solto caos quotidiano di Roma.